venerdì 1 gennaio 2016

ll brindisi di Bacco e Amore in Attori della Comedie Francaise di Watteau allo Staatliche Museen di Berlino.

Il brindisi è l’invito a bere tutti insieme che si fa in genere ad un banchetto, in onore di una persona o per celebrare un evento, accompagnando con le parole il gesto di innalzare il bicchiere e portarlo alle labbra.
La denominazione deriva dallo spagnolo brindar che a sua volta deriverebbe dal tedesco bringe dir ovvero “ti offro” espressione trasmessa dai Lanzichenecchi alle truppe spagnole.
L’usanza è antichissima. Se ne trovano tracce nella Bibbia (Esther 1, 7-8 e Abacuc 2, 15) e nei poemi omerici ed è infatti la Grecia classica che attraverso l’istituzione del banchetto ci ha trasmesso anche l’uso del brindisi. Nel banchetto greco si mangiava e si beveva separatamente in due momenti diversi della cena e vi era un convitato preposto a sovrintendere alla preparazione delle bevande e all’organizzazione dei brindisi per celebrare i presenti o le donne amate, secondo una sequenza prestabilita. Anche nel banchetto romano il brindisi diviene uso consolidato importato dalla Grecia mentre i primi Cristiani usavano brindare alla salute dei martiri e dei Santi. Poi l’uso sembra declinare per diventare nel Medioevo prerogativa dei popoli nordici. Il Rinascimento italiano disapprova la pratica del brindisi ritenuta straniera e pertanto barbara. Nel Cinquecento Della Casa dice: “lo invitare a bere...è verso di sé biasimevole e nelle nostre contrade non è ancora venuto in uso si che egli non si dee fare e se altri inviterà te potrai agevolmente non accettare lo ‘nvito e dire che tu ti arrendi per vinto, ringraziandolo, oppure assaggiando il vino per cortesia senza altramente bere”. Tuttavia dalla fine del XVI secolo e poi nel XVII e XVIII il brindisi diventa di uso corrente in tutta Italia senza più destare riprovazione. Connessi alla pratica del brindisi sono anche gesti tradizionali come l’urtare i bicchieri pieni per produrre rumore o semplicemente levare il calice alla salute di qualcuno prima di portarlo alla bocca, tradizioni sopravvissute nel costume moderno.




In questo dipinto, ispirato forse all'intermezzo delle Festes de l'Amour et de Bacchus, un' opera comica composta da Lully nel 1672, si riconoscono Bacco incoronato di pampini grappoli e foglie di vite e Cupido con frecce e faretra in atto di brindare a quello che ha tutta l’aria di essere un raggiunto accordo. Assiste al brindisi Colombina mentre alla sinistra e alla destra della composizione si distinguono rispettivamente Pierrot e Crispino. I personaggi compongono un'allegoria di facile lettura il cui perno, compositivo e concettuale è l'alleanza fra Cupido e Bacco. E’ infatti grazie all’ebbrezza alcolica che gli amanti possono accedere, senza più inibizioni, all’estasi della passione. Testimone di questo raggiunto accordo è Colombina, la servetta furba della commedia dell'arte, quella degli intrighi, che qui si intendono risolti con successo dall'accordo fra vino e amore. Pierrot, presente alla scena ma defilato e nell'ombra, sembra indicare come il romanticismo abbia nell’allegorica scena una posizione secondaria mentre è coinvolto Crispino, furbo e raffinato seduttore, a connotare di trasgressione l'atmosfera della scena. Al centro di questo palcoscenico, a metà fra il reale e la consueta radura frondosa della fete galante, una coppia mima con la danza un corteggiamento e laddove la ballerina, accennando una riverenza, evoca le femminili civetterie, il ballerino, con le mani intrecciate dietro alla schiena, rimanda alla natura mai del tutto dichiarata dei progetti amorosi maschili. Deposto a terra il tamburello, forse memoria di una conclusa tarantella, emblema di danza sfrenata e perciò di intreccio convulso di azioni, la cornamusa, il violino e l'oboe, ancora fra le mani dei musicisti sulla destra,  rimandano alle voci maschili e femminili armonizzate in una metaforica sinfonia amorosa. 

da S. Malaguzzi, Il Cibo e la Tavola, ELECTA (Dizionari dell’Arte), Milano 2006 e S. Malaguzzi, Arte e Vino, Dossier, "Art e Dossier", 268, Luglio-Agosto 2010. 

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