sabato 2 gennaio 2016

La bella cioccolataia di Etienne Liotard alle Staatliche Kunstsammlungen

Il cacao fu scoperto da Cristoforo Colombo nel 1502 quando i suoi uomini catturarono una canoa che conteneva misteriose mandorle scure usate dagli indigeni del centro America come come monete.

In Messico quando Cortes finì al cospetto di Montezuma e fu accolto con grandi feste perché ritenuto una divinità, gli venne mostrata una piantagione di alberi di cacao, cibo e moneta per gli Aztechi. Dai semi polverizzati dei frutti dell’albero del cacao veniva preparata la chocohlt un alimento rituale capace di dare forza e ricchezza. Portato in Spagna nel XVI secolo il cacao fu importato in quantità più consistenti nel secolo seguente. Spetta infatti a Francesco Carletti, un viaggiatore di quel secolo, il merito di aver insegnato agli europei come preparare la cioccolata in tazza che divenne così popolare da soppiantare il caffè. Nel Seicento la cioccolata si diffonde dapprima in Spagna. Brillat Savarin nella Fisiologia del gusto dice che essa passò i Pirenei grazie ad Anna d’Austria la figlia di Filippo II che andò in moglie a Luigi XIII. Dalla Francia passò quindi in Italia ed in Inghilterra per poi guadagnare Olanda Germania e Svizzera. Ma il secolo d’oro della cioccolata è il Settecento epoca nella quale essa contende con il caffè e il tè il primato delle bevande predilette dall’aristocrazia. In questo secolo alla dolce pozione vengono dedicati trattati che, tessendone le lodi, suggeriscono interessanti impieghi gastronomici come il trattato di Vincenzo Corrado intitolato La manovra della cioccolata e del caffè. All’inizio il cioccolato in tazza veniva fatto con l’acqua e poi venne reso più gustoso con il latte e talvolta la panna, o zuccherato e vanigliato secondo una ricetta inventata dalle suore missionarie. Bevanda di magro utilizzata in tutti i periodi del digiuno gli stessi Gesuiti contribuirono a diffonderla al seguito del pronunciamento di padre Escobar che il dolce liquido non rompeva il digiuno.

 
La bella cioccolataia dipinta da Jean Etienne Liotard nel 1743, durante il soggiorno viennese presso la corte asburgica di Maria Teresa, è una avvenente cameriera raffigurata in atto di servire una tazza di cioccolata ad un'invisibile padrona, una gentildonna settecentesca, sicuramente aristocratica che immagniamo in desabillé mattutino. La ciocolataia la serve con tutti i crismi del caso: sul vassoio di lacca, costosa settecentesca chinoiserie, una tazza dalla caratteristica forma a campana in porcellana (di Meissen?) resa più stabile sul piattino dalla trembleuse, una struttura metallica congeniata per questo scopo. Un bicchiere d'acqua era parte di questo piccolo ma raffinato rituale alimentare. Questo raffinato brano di vita domestica celebra la cioccolata come consuetudine aristocratica senza citare il destinatario ma vista dalla parte di chi serve, con accuratezza, dignità ed eleganza.


da S. Malaguzzi, Il Cibo e la Tavola, ELECTA (Dizionari dell’Arte), Milano 2006 e S. Malaguzzi, Arte e Cibo, Dossier, "Art e Dossier", 300, giugno 2013. 

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