Il latte è l'alimento
primordiale e come tale fu istintivo per l’uomo comprendere quanto
tale fluido animale potesse essere prezioso all’umano
sostentamento. Del latte come bevanda parla l’Antico Testamento (Gn
18,8) che lo cita anche come metodo di cottura, laddove nel
Deuteronomio si prescrive di non far cuocere il capretto nel latte di
sua madre (Dt 41,21). Alimento della provvidenza divina la Palestina,
la terra promessa, è spesso chiamata nelle Scritture “la terra
dove scorre latte e miele” (Lv 20, 24; EX 3,8) ad indicare un luogo
paradisiaco nel quale il nutrimento più semplice e naturale è
facilmente reperibile. Nell’esegesi biblica il latte simboleggia la
maternità ma nel contempo la natura stessa dell’essere umano, la
vita attiva e la dottrina più semplice come l’insegnamento
evangelico. Il candore del latte richiama l’innocenza e la buona
azione.
La
famosissima lattaia di Vermeer non è solamente una cameriera intenta
a svolgere un'attività domestica ma una figura la cui religiosa
concentrazione nella semplice azione di versare il latte lascia intuire un secondario ma altissimo valore
didascalico. La forma del recipiente ove il latte viene versato è quella svasata che agevola l'affioramento della panna
permettendo, in un secondo tempo, la scrematura. Lì accanto le forme
di pane bianco ci avvertono che siamo in una dimora di olandesi
benestanti nel contempo ricordandoci che si tratta di una casa
cristiana ove il valore dell'eucaristia è stato ben compreso. Quel
latte versato per creare la panna è un richiamo mariano. Si
pensi alle molte Madonne del latte, il cui umano gesto di nutrire il
bambino al seno è stato interpretato dalla critica come
un'esaltazione della natura umana di Gesù Cristo. Come accennato
sopra il latte nell'esegesi biblica è l'alimento
dell'innocenza e della buona azione, della vita attiva ispirata
all'insegnamento evangelico, dell'umanità e della maternità.
Chi
è dunque la lattaia? Una fanciulla dal copricapo bianco, simbolico
di purezza, dal grembiule celeste come il manto della Madonna e
dall'abito giallo segnale di divina illuminazione, quella stessa
ribadita dalla luce proveniente dalla finestra. Pur non essendo un
personaggio religioso, un modello devozionale alto, la sua mistica
concentrazione nel versare il latte, quasi stesse pregando, l'ha trasformata in un emblema di purezza e innocenza, nella personificazione stessa di chi vive una vita attiva
con umiltà e nel rispetto del messaggio evangelico. Un'ultima
riflessione: se il latte è l'alimento della maternità è possibile
che la fanciulla sia una giovane futura mamma.
da S. Malaguzzi, Il Cibo e la Tavola, ELECTA (Dizionari dell’Arte), Milano 2006.
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