Una terza funzione ipotizzata dalla critica è quella rituale che ravvvisa in queste composizioni una destinazione cultuale come strumenti votivi, doni alle divinità o nutrimento virtuale per le ombre dei defunti lari ancora presenti negli ambienti di casa.
Le
fonti letterarie forniscono descrizioni di quelle che Plinio
definisce opere di “minor pictura” e che erano spesso espressioni
di virtuosismo pittorico, capace di tradurre la realtà in
illusionistiche simulazioni trompe l’oeil, né più né meno come
faranno i pittori dell'età aurea della natura morta europea.
Fra le
composizioni descritte dalle fonti e predilette dai greci e dai
romani vi erano quelle con canestre di frutta con i fichi le pesche
ed uva, o il vasellame di uso domestico o ancora la selvaggina
appesa.
Un altro soggetto della natura morta romana è costituito da spazzatura le cui origini cultuali, di nutrimento per i trapassati, lasciarono il posto ad una funzione decorativa assai curiosa. E' il caso di questo frammento di mosaico del II° secolo d.C. conservato nei musei vaticani.
L’etichetta conviviale dell’epoca prevedeva che il cibo caduto a terra non fosse raccolto prima della fine del banchetto, quest’opera, pertanto, si ispirava alla realtà e tuttavia le valenze religiose del banchetto inducono a cercarvi possibili implicazioni spirituali. Prima di destinare definitivamente una sala alla consumazione dei pasti i Romani usavano mangiare nell’atrium ove giacevano, sepolti, gli antenati. Per questo tutto ciò che toccava il pavimento diveniva sacer, intoccabile e doveva essere lasciato a terra per essere in seguito bruciato in offerta ai Lari. Cristallizzando lo stato del pavimento durante il banchetto, il mosaico eternava un auspicabile equilibrio fra i convitati e le ombre, fra vivi e morti.
Quest'uso continua per tutto il Medioevo e anche durante il Rinascimento epoca nella quale era affidato ai cani il compito di 'spazzare' i resti durante i banchetti gentilizi.
da S. Malaguzzi, Il Cibo e la Tavola, ELECTA (Dizionari dell’Arte), Milano 2006 e S. Malaguzzi, Arte e Cibo, Dossier, "Art e Dossier", 300, giugno 2013.
Nessun commento:
Posta un commento